cristallo liquido

Una particolare sostanza che si trova a metà strada tra un solido e un fluido e che prende la forma di piccole bacchette orientabili, tanto sottili da apparire spezzoni di filo. Il nome di cristallo in questo caso non si riferisce alla varietà di vetro particolarmente pregiata, bensì a una struttura fisica regolare che la materia assume quando si solidifica (come ad esempio i cristalli di sale oppure di zucchero). La particolarità di qualsiasi cristallo è di avere proprietà fisiche diverse a seconda dell'angolazione da cui lo si guarda. Nel caso di cristalli trasparenti, la luce subisce una rifrazione differente a seconda di quale sia l'angolazione con cui entra nell'oggetto. Proprio per questo motivo, i cristalli vengono spesso sfaccettati con angolazioni diverse per creare giochi di luce, sfruttando questa particolarità. Quando il cristallo inizia a sciogliersi, perde consistenza e tuttavia mantiene ancora una certa organizzazione della propria forma molecolare. Questo tipo di condizione è stata scoperta per la prima volta nel 1888 da un botanico austriaco, Frederich Reinitzer, il quale si accorse che, entro un certo campo di temperature, alcune sostanze cristalline si scioglievano senza però raggiungere la piena fluidità. Poichè tali sostanze mantenevano un abbozzo di struttura cristallina, continuavano a esercitava un'azione di rifrazione sulla luce che le attraversava. In pratica la luce veniva deviata a seconda dell'orientamento dei cristalli liquidi.

Glossario dei termini dell'informatica a cura di Roberto Mazzoni
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