programmazione a oggetti

Un concetto di programmazione in cui un programma è composto da gruppi di oggetti discreti che interagiscono tra loro e che possono essere realizzati separatamente, anche da persone diverse che non sono direttamente in contatto tra loro, ma rispettano tutte una serie di regole universali. Si definisce una gerarchia di classi, ciascuna delle quali descrive i dati contenuti negli oggetti di quella classe oppure il funzionamento degli oggetti stessi. Tali oggetti possono interagire tra loro e con gli oggetti di altre classi.Tali oggetti consistono a loro volta di raccolte autonome di dati, metodi e chiamate a funzioni interne, definiti all'interno del programma medesimo. Il programma risulta pertanto costituito da una serie di classi organizzate gerarchicamente che descrivono i dati e il funzionamento di oggetti che interagiscono con altri oggetti.Il programmatore crea una classe nella quale definisce i dati e porzioni di codice eseguibile abbinate a un oggetto, quindi definisce l'oggetto medesimo come instanza (esempio) di quella classe. L'instanza viene usata alla stregua di una variabile di programma. In alcuni linguaggi, gli oggetti rispondono a messaggi, che rappresentano il principale mezzo di comunicazione per questo tipo di ambiente. In altri linguaggi, si utilizza invece il tradizionale metodo delle chiamate procedurali. La programmazione a oggetti usa i concetti di incapsulamento, eredità e polimorfismo.

Glossario dei termini dell'informatica a cura di Roberto Mazzoni
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